lunedì 26 novembre 2012

Firenze Marathon 2012


Anche quest'anno la vittoria porta la bandiera etiope, per il terzo anno consecutivo, alla Firenze Marathon. Una doppietta, sia in campo maschile che femminile. Endeshaw Negesse Shumi ha vinto tra gli uomini, che ha chiuso in 2:09’59”, davanti al vincitore dello scorso anno, il connazionale Bekeke Berga in 2:10’38”. Terzo un altro etiope, Habtsamu Asefa Wakeyo, in 2:10’55”. Tra le donne prima Shuru Diriba Dulume in 2:30’08”, 18esima assoluta, davanti alla marocchina Janat Hanane in 2:34’21”. Terza la finlandese Johanna Kykyri, in 2:38’27”. Il sindaco Matteo Renzi si è fermato, come aveva programmato, alla mezza maratona, concludendo in un’ora e 59 minuti, con un’andatura quindi di poco meno di 6 minuti al chilometro. Primo degli italiani Massimo Leonardi, in 2:19’55”, sesto assoluto: “Abbiamo fatto – ha detto dopo l’arrivo - gara a tre, io Buccili e il finlandese Manninen, li ho staccati al 38esimo chilometro, sono contento di questo risultato perche volevo stare sotto le due ore e venti. E’ la mia seconda esperienza a Firenze ma la prima volta mi ero fermato dopo pochi chilometri per infortunio. Sono contentissimo”. Primo toscano Stefano Calzolari della Versilia Sport che ha chiuso 15esimo assoluto in 2:29’29”. Prima italiana la fucecchiese Denise Cavalini del Lammari che ha chiuso sesta tra le donne in 2:46’03”.
 Il campione del mondo della 100 chilometri Giorgio Calcaterra, 7 volte vincitore della Firenze Faenza, ha concluso, undicesimo al traguardo, in 2:22’36”. Calcaterra, oltre 1000 gare concluse in carriera e quasi 200 maratone completate aggiunge così un altro tassello alla sua carriera. “Erano otto anni che non correvo la Firenze Marathon – ha detto dopo l’arrivo – ed è un evento che è cresciuto molto. Si respira un’aria davvero internazionale. Sono contento del risultato, non mi aspettavo un risultato del genere. Sono legatissimo a Firenze naturalmente per le mie vittorie al Passatore".
 Tra i partecipanti, anche il sindaco Renzi, alla sua terza maratona, con l’obiettivo dichiarato di fermarsi alla mezza maratona, Linus di Radio Deejay, che però si è dovuto fermare al 25esimo chilometro, e Giuseppe Cruciani, conduttore de La Zanzara su Radio 24.

domenica 25 novembre 2012

Stay Strong #11kappaSpirit#




Macrociclo 1 Settimana 2 Day 1

Riscaldamento e defaticamento con esercizi cardiovascolari a bassa intensità e mobilità: Circa 15'/20' complessivi;

Panca Piana: 3x5(65%1RM) 5(75%1RM) 5 O +(85%1RM)
3' recupero

Lento con manubri o con bilanciere:3x5(65%1RM) 5(75%1RM) 5 O +(85%1RM)
3' recupero

Trazioni impugnatura inversa 4xmax 40'' recupero tra le serie

Piegamenti sulle braccia 4xmax 40'' recupero tra le serie

E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante [Antoine de Saint-Exupéry]

Macrociclo 1 Settimana 1 Day 1

sabato 24 novembre 2012

Calcolo del massimale

Ecco un link interessante per stimare il proprio massimale in funzione dei differenti esercizi utilizzati:

http://www.my-personaltrainer.it/calcolo_massimale.htm

Non c'è Forza senza Mobilità#11kappa

venerdì 23 novembre 2012

La valutazione dell'atleta#11kappa#Road to Run Better Project

Come in ogni disciplina sportiva risulta determinante valutare le caratteristiche organico/muscolari per mettere in evidenza i punti forti e indirettamente le debolezze, distanze che non si riescono a gestire correttamente, caratteristiche tecnice dell'azioni di corsa in cui si evidenziano lacune a livello della mobilità o della forza specifica.
La soluzione una volta individualizzata l'area su cui si deve lavorare è rappresentata da un'approccio sistematico progressivo nel tempo in funzione del periodo di riferimento. Stabilire le priorità permette di non disperdere l'energia lavorando in aree dove magari si è già particolarmente efficienti. Nel nostro caso ciò potrebbe essere rappresentato da una valutazione di alcune prove attraverso anche delle competizioni, dai 5000 alla Maratona effettuando quindi una comparazione e dei test specifici di forza, mobilità, controllo posturale dinamico da parte di professionisti specialisti nel settore.

L'approccio sistematico realizzato attraverso un programma di allenamento personalizzato permette di avere dei dato oggettivi su cui costruire passo dopo passo ciò che risulta maggiormte funzionale per ognuno di noi.

Per info:  undicik@gmail.com



mercoledì 21 novembre 2012

More you do it, more you like it#11kappa


Qualche suggerimento per ottimizzare il programma di allenamento:

1-Definire a priori l'obiettivo su cui lavorare, stabilire una buona programmazione;
2-Stabilire la giusta proporzione settimanale tra allenamenti ad alta intensità, allenamenti a bassa intensità, giornate di recupero
3-Mantenere un allenamento costante sul "core", il corsetto muscolare che favorisce una miglior stabilità posturale;
4-Mantenere esercitazioni durante la settimana dedicate alla mobilità articolare;
5-Eseguire sempre una fase di riscaldamento e di defaticamento
6-Mantenere una dieta variata evitando e riducendo al minimo l'assunzione di zuccheri raffinati;
7-Eseguire esercitazioni specifiche dedicate al miglioramento del gesto tecnico, migliorando la postura specifica;

#11kCrew

martedì 20 novembre 2012

Allungamento muscolare e corsa#11kappa

Un buon riferimento per alcuni esercizi di stretching!!

Una volta colte le opportunità si moltiplicano [Sun Tzu]




Macrociclo 1 Settimana 1 Day 2

Riscaldamento e defaticamento con esercizi cardiovascolari a bassa intensità e mobilità: Circa 15'/20' complessivi;

5' esercizi di mobilità per le anche

Stacco da terraTEST: In cinque serie stabilire il massimale attuale per definire i carichi di allenamento del programma di forza 2' recupero tra le serie
3' recupero
Il movimento viene considerato completo partendo da terra con il bilanciere, estendendo completamente le anche al komento della risalita

Back squat TEST: In cinque serie stabilire il massimale attuale per definire i carichi di allenamento del programma di forza 2' recupero tra le serie
3' recupero
Il movimento viene considerato completo scendendo attivamente con il bacino al di sotto dei 90° ed estendendo completamente le anche con la contrazione dei glutei al momento della risalita

Dips alle paralleleTEST : 3xmax 40'' recupero tra le serie
Nel piegamento delle braccia il gomito si deve trovare al di sotto della spalla

Trazioni impugnatura larga TEST : 3xmax 40'' recupero tra le serie
Massima distensione delle braccia alla partenza, mento sopra la sbarra al momento della trazione

lunedì 19 novembre 2012

In ogni ardente desiderio conta più il desiderio della cosa desiderata [Bruce Lee]



Settimana dal 19 al 25 Novembre 2012: Running

Running: Rigenerazione con sedute comprese tra i 20' ed i 40' con un intensità medio-bassa, FC compresa tra 135 e 150 bpm. Incrementare tempo dedicato alle posture di scarico della colonna vertebrale e per l'allungamento e la mobilità articolare.

domenica 18 novembre 2012

No hay bien sin trabajo [Cit]

Macrociclo 1 Settimana 1 Day 1

Grazie!!!#11k

Riscaldamento e defaticamento con esercizi cardiovascolari a bassa intensità e mobilità: Circa 15'/20' complessivi;

Panca Piana TEST: In cinque serie stabilire il massimale attuale per definire i carichi di allenamento del programma di forza 2' recupero tra le serie
3' recupero

Lento con manubri o con bilanciere TEST: In cinque serie stabilire il massimale attuale per definire i carichi di allenamento del programma di forza 2' recupero tra le serie
3' recupero

Trazioni impugnatura inversa TEST : 3xmax 40'' recupero tra le serie

Piegamenti sulle braccia TEST : 3xmax 40'' recupero tra le serie

Your Miz

sabato 17 novembre 2012

"LO SPORT INIZIA SEMPRE A TAVOLA"



 

“Nessuno può pensare di partire per un viaggio senza fare rifornimento di benzina. Allo stesso modo occorre fare il pieno di carburante prima di fare sport”

A tavola uno sportivo in genere fa molti danni. Di più: rende spesso inutili prolungati, allenamenti faticosi, tabelle di preparazione atletica. Con l’avvento della bella stagione, oltretutto, i rischi aumentano: è piacevole restare al fresco di qualche ristorante un po’ più del solito, chiacchierare con gli amici, e mangiare qualcosa in più.

Il rovescio della medaglia è rappresentato da chi, proprio a causa della imminente estate, decide, di colpo, di mettersi in forma e sottoporsi, contemporaneamente, a diete che gli consentano di indossare abiti e costumi della stessa taglia dell’anno precedente. E si rischia: perché allenamenti intensi e sottoalimentazione sono una miscela dannosa per il nostro fisico.

Il giusto equilibrio

Come si vede l’alimentazione e lo sport rappresentano due argomenti da coniugare con molta attenzione. Gli italiani, in genere, lo sanno perfettamente, ma non sempre riescono a far convivere diverse esigenze. Secondo una recente indagine gli italiani si definiscono tutti potenzialmente “salutisti”. Ma solo in teoria. Quando si scende nel dettaglio ci si rende conto che appena il 2% delle persone segue attentamente, ed alla lettera, i consigli che vengono forniti dai medici. Il 98%, al contrario, pur ammettendo di conoscere le regole per una perfetta alimentazione, preferisce, al momento pratico, ignorare i consigli.

Le conseguenze dei nostri cattivi usi alimentari è testimoniato dalla stessa indagine: il 47% delle persone intervistate (per lo più uomini) ha spiegato di avere atteggiamenti decisamente sconsigliabili. Fumano, consumano grandi quantità di superalcolici e, di conseguenza, hanno meno capacità di sopportare situazioni di stress. Il 42% (e, in questo caso, le donne sono in maggioranza) hanno confessato di avere un atteggiamento abbastanza salutista, salvo concedersi qualche piccola deroga: poche sigarette, bevono più acqua che alcool, e, quindi, sanno gestire meglio i momenti di difficoltà.

L’errore più grave che uno sportivo, dilettante o professionista, può commettere, è quello di associare l’Allenamento a diete ferree: il peso ideale non è una chimera”

 

Come mangiamo

In Italia gli alimenti più consumati sono il pane, la pasta ed il riso (preferiti dagli uomini); le signore prediligono frutta e verdura, latte e yogurt. Resta alto il consumo di carni, bianche e rosse, formaggi e dolci. A dare retta a questo studio, un italiano, in media, svolge attività fisica almeno per trenta minuti per tre volte alla settimana, con una buona intensità. La pratica sportiva, inoltre, non è legata alla età: sono sempre di più gli italiani che hanno superato gli “anta” che decidono di praticare attività sportiva con regolarità anche maggiore rispetto a quella pratica da giovane.

L’attendibilità dei risultati di questa indagine possiamo controllarla noi stessi, andando un po’ in giro per ristoranti la sera. Rispetto a qualche anno fa sono sicuramente meno frequenti i casi di tavolate interminabili e di portate sempre ipercaloriche. Al contrario si sta diffondendo, anche se come moda, l’abitudine di scegliere ristoranti particolari: magari biologici o particolarmente ipocalorici, come quelli tradizionali giapponesi.

Il peso forma

In realtà, però, gli italiani scelgono la propria alimentazione basandosi molto sull’istinto e sulle proprie conoscenze. In realtà in pochi conoscono il proprio esatto “peso forma” che deve rappresentare un equilibrio preciso tra la massa muscolare ed una bassa percentuale di grasso corporeo. È un dato che varia da persona a persona e che solo una ricerca medica meticolosa può definire. Di sicuro, però, il “peso forma” garantisce buone prestazioni sportive, a tutte le età, e benessere psichico.

Solo uno specialista, attraverso opportune valutazioni, potrà indicare con assoluta precisione la esatta analisi del corpo di ciascuno: si deve calcolare il peso, l’altezza, lo spessore delle ossa, la percentuale di grasso sottocutaneo. Si deve poi stabilire anche l’esatta percentuale di idratazione corporea. Diffidate, quindi, delle tabelle sintetiche e generiche che vengono, di tanto in tanto, diffuse.

Per chi non volesse sottoporsi ad analisi così meticolose e complesse, ci si può attenere, però a principi di alimentazione sicuramente corretti. Per non commettere gravi errori nella propria alimentazione, ci si può attenere a queste regole semplici: deve esserci equilibrio tra carboidrati, proteine e lipidi.

NEL DETTAGLIO: Alimentiamoci con le percentuali

I nostri muscoli, come tutte le cellule viventi, consumano energia e richiedono quote elevatissime di ossigeno e di nutrienti. l’ATP (adenosintrifosfato) è il contenitore che trasporta energia la muscolo e deve essere continuamente rigenerato a partire dall’ossidazione del glucosio e degli acidi grassi. Un lavoro di intensità non troppo elevata e di durata medio – lunga utilizza l’ossidazione di tali molecole per la sua ricarica. Un lavoro di intensità elevata non utilizza esclusivamente i meccanismi ossidativi e genera come prodotto di scarto l’acido lattico.

Il tipo di carburante che i muscoli utilizzano varia proporzionalmente con l’intensità del lavoro effettuato, più il lavoro è lento più si utilizzano gli acidi grassi, più il lavoro è intenso più si ricorre al glucosio.

Esistono tre grandi gruppi di nutrienti alimentari: le proteine, i grassi e i carboidrati; ciascuno di noi dovrebbe assumere giornalmente in percentuale una quantità del 60% per quanto riguarda i carboidrati, del 25% di grassi e del 15% di proteine.

Ma la domanda più importante è: “cosa devo mangiare?”.

Gli alimenti vengono divisi dai nutrizionisti in 7 gruppi e la regola d’oro per una corretta alimentazione è quella di mangiare giornalmente almeno un alimento di ogni gruppo. La quantità di calorie assunte giornalmente varia a seconda della costituzione, dell’età e del tipo di attività svolta.

È bene tenere presente che un qualsiasi regime dimagrante se eccessivamente ipocalorico induce il fisico a perdere oltre al grasso anche proteine muscolari, vitamine e sali minerali con con seguente diminuzione della forza e della resistenza. Il dimagrimento più sano si ottiene aumentando le spese energetiche con un maggiore lavoro fisico, ma attenzione, anche questo deve essere effettuato sotto controllo di un esperto del settore.

E per quanto riguarda il bere?

Esiste una grossa gamma di prodotti che combattono la disidratazione e la perdita di minerali in cui incorre uno sportivo. Bisogna calcolare che una perdita anche modesta (2-3%) di acqua da parte del nostro organismo provoca una sete intensa.

Le bevande troppo ricche di zucchero o di sali restano nel nostro stomaco un tempo più lungo delle altre ritardando così l’assorbimento dell’acqua. La percentuale di zucchero deve essere inferiore al 10%; ricordate comunque che molte bibite hanno un contenuto energetico espresso in calorie.

Le acque in bottiglia possono essere molto diverse, quelle più indicate nelle attività molto intense sono quelle bicarbonato alcaline terrose con prevalenza di calcio e magnesio, che compensano l’acidosi da accumulo di acido lattico.

Per concludere possiamo affermare che un giusto equilibrio tra attività fisica individualizzata e dieta completa ma equilibrata, concorre a farci raggiungere il nostro peso ideale che al di là di qualsiasi tabella corrisponde, per ognuno di noi, ad un giusto rapporto tra muscolatura e tessuto adiposo.

Il giusto mix

I carboidrati devono costituire il 55‑60% dell’alimentazione quotidiana. I carboidrati non sono, però, tutti eguali. Ci sono quelli “semplici” (frutta e dolcificanti) che devono rappresentare non più del 10% del consumo quotidiano di questa categoria; il restante 90% deve essere costituito dei carboidrati “complessi” (pane, pasta e cereali). I nutrizionisti suggeriscono, se possibile, di usare carboidrati complessi integrali perché ricchi di fibre che hanno un ruolo importante contro il colesterolo “cattivo”. Le proteine devono fornire circa il 25% dell’alimentazione giornaliera. I lipidi (olio e burro) non devono superare il 15‑20% del consumo quotidiano. Rappresentano un’importante riserva energetica. Escludere del tutto dalla propria dieta questi elementi è un errore.

Rispettare i parametri

Può capitare di non rispettare questi parametri, e, per uno sportivo, è bene sapere cosa accade. Il deposito delle proteine è predefinito e, quando si esagera nella assunzione di questo componente, il corpo ne smaltisce l’accesso come surplus.

La massa muscolare, tanto per essere chiari, non aumenta mangiando più proteine: l’eccesso del fabbisogno viene smaltito e l’apparato renale viene sottoposto ad un lavoro extra. Al contrario, invece, i depositi di zuccheri in eccesso si trasformano in grasso.

Contrariamente a quanto si pensa, gli zuccheri, solo in determinate condizioni, forniscono un apporto di energia. Perché accada questo, ad esempio, occorre che vi sia una grande disponibilità di ossigeno, che il soggetto sia bene allenato e che l’attività sia moderata e di lunga durata. Tanto per usare concetti chiari: il maggiore apporto energetico viene erogato durante una corsa a piedi o in bicicletta, praticando sci di fondo o una maratona. Quindi chi vuole bruciare soprattutto grasso deve svolgere un’attività aerobica.

“Oltre i 40 anni il fabbisogno di calorie e proteine cala di circa il 50% ogni dieci anni”

Questi elementi fondamentali spiegano anche i motivi per cui abbinare forme rigide di diete che privino la nostra alimentazione di uno di questi componenti ed una attività sportiva serrata può provocare danni.

Chi si avvicina agli “anta” deve seguire ulteriori accorgimenti. Oltre i 40 anni, infatti, il fabbisogno di calorie e proteine cala. In linea di massima di circa il 50% ogni dieci anni. Con l’aumentare dell’età sembra diminuire il fabbiosogno di acqua, vitamine e sali minerali.

A CONFRONTO: La Dieta: 40-30-30 o 60-25-15?

Le diverse percentuali di carboidrati, lipidi e proteine assunte nell’alimentazione possono modificare il nostro metabolismo

Sembra un punteggio tennistico, mentre invece sono dei rapporti percentuali molto importanti per rispettivi schemi nutrizionali che se applicati possono produrre nei singoli casi risultati più o meno importanti e favorevoli.

La dieta 40-30-30 è diventata di recente un regime alimentare molto popolare nel mondo dello sport e del fitness. Gli atleti che seguono questo programma ottengono il 40% delle loro calorie dai carboidrati, il 30% dai grassi e il 30% dalle proteine, contrariamente alla proporzione 60-25-15 raccomandata di solito dai nutrizionisti.

I sostenitori della dieta 40-30-30 affermano che ridurre l’assunzione dei carboidrati e aumentare quella delle proteine consente di bruciare più grassi. Per gli atleti, questo si tradurrebbe in un risparmio di proteine, effetto che può prolungare la resistenza.

La teoria alla base della dieta 40-30-30 è che una minore assunzione di carboidrati, insieme ad una maggiore percentuale di proteine, aiuta a mantenere bassi i livelli di insulina nel sangue. L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas, messo in circolo in risposta al consumo di carboidrati. Una delle sue funzioni principali consiste nel favorire il trasporto del glucosio dal sangue verso il fegato e nei muscoli, dove viene immagazzinato sotto forma di glicogeno (una lunga catena di molecole di glucosio), che rappresenta la fonte di energia di riserva a pronta disponibilità, carburante naturale ed essenziale per determinare il lavoro muscolare, oltre ovviamente a quello fondamentale di mantenere costanti i nostri livelli glicemici quotidiani. Le riserve di glicogeno quindi rappresentano la vera riserva strategica energetica del nostro corpo.

Data l’importanza dell’insulina per la produzione e l’immagazzinamento del glicogeno, vi chiederete quali mai possano essere i vantaggi di un basso livello di insulina nel sangue? Anche se l’insulina è essenziale per la conversione dei carboidrati, è stato dimostrato però che inibisce il metabolismo dei grassi limitandone l’utilizzazione ed il consumo. Quindi, secondo i sostenitori della dieta 40-30-30, abbassare i livelli di insulina nel sangue consente al corpo di bruciare più efficacemente i grassi.

Inoltre, mentre un pasto ricco di carboidrati e povero di grassi stimola la produzione di insulina, una maggiore percentuale di proteine stimola il glucagone, un ormone sempre prodotto dal pancreas che ha l’effetto opposto a quelle dell’insulina: ossia consente al corpo di bruciare grassi. Quindi in teoria, un atleta che voglia utilizzare più grassi come carburante durante l’esercizio fisico, dovrebbe mangiare meno carboidrati e più proteine e grassi.

Molti ricercatori nel campo dell’alimentazione sportiva, tuttavia la pensano diversamente. Il fatto è che un pasto moderato, con un apporto calorico che derivi per il 60% dai carboidrati, il 25% dai grassi e il 15% dalle proteine, produce una quantità moderata di insulina. Il ruolo primario dell’insulina è quello di metabolizzare i carboidrati, non quello di immagazzinare il grasso. Perciò, dato che con un pasto ricco di carboidrati l’insulina è impegnata a svolgere il suo lavoro principale, la sua concentrazione si riduce ben presto, a condizione che non coesistano patologie legate al metabolismo stesso dell’insulina.

Anche l’affermazione secondo cui la dieta 40-30-30 aiuta gli atleti a consumare grasso corporeo non è validamente provata. E comunque non dipende dal fatto che la 40-30-30 mantiene bassi i livelli di insulina nel sangue. È molto più probabile che coloro che perdono grasso corporeo lo fanno perché beneficiano del conto delle calorie per restare nel limite raccomandato delle 2000/die. Un atleta che segue la dieta 40-30-30 finisce con il mangiare di meno semplicemente perché sta più attento a contare le calorie e a regolare il consumo di cibo.

In conclusione, la maggior parte dei ricercatori, dei nutrizionisti e dei fisiologi sportivi restano della convinzione che la dieta ottimale per un atleta consiste nel rapporto percentuale di 60-25-15 tra carboidrati, grassi e proteine. Questa raccomandazione si basa su ricerche provate e convincenti. Gli esperti consigliano anche un’integrazione di carboidrati prima, durante l’esercizio per migliorare la resistenza, e di consumare carboidrati dopo l’esercizio per ricostituire le riserve di glicogeno, oltre al necessario ripristino dell’equilibrio idrico ed elettrolitico del corpo.

Nel meccanismo fondamentale del recupero da uno stress fisico, occorre tenere presente che le cellule muscolari mantengono alta la sensibilità all’azione dell’insulina per le due ore immediatamente successive all’esercizio fisico. Quindi con una buona disponibilità di carboidrati e concomitanti alti livelli di insulina che si dovrebbero determinare dopo l’esercizio, la velocità di trasporto e di ingresso dentro le fibre muscolati risulterebbe aumentata, con una favorita spinta alla produzione di glicogeno, essenziale per mantenere efficienti anche i processi riparativi che devono mettersi in atto dopo aver praticato un esercizio fisico più o meno intenso.

 “Una corretta quantità di acqua si aggira tra gli otto e i dieci bicchieri al giorno”

Alcune donne evitano di assumere liquidi per non sentirsi gonfie. Nulla di più sbagliato. Una corretta quantità di acqua si aggira tra gli otto e i dieci bicchieri al giorno. Per non sbagliare, con il crescere dell’età bisognerebbe anche aumentare il consumo di quelle sostanze che contengono ferro. Legumi, ad esempio, o radicchio, spinaci, uova, tonno in scatola e carne.

Provate un attimo a confrontare questi concetti di base con l’alimentazione quotidiana cui vi sottoponete ogni giorno. Soprattutto se praticate un’attività sportiva.

Abitudini dannose

Spesso si commette l’errore di accontentarsi, all’ora di pranzo, di un panino mangiato oltretutto di corsa, magari con una bevanda zuccherina e gasata. Per tutta la giornata poi si soffre la fame, e la sera ci si scatena a tavola con la conseguente sonnolenza che, spesso, ci assale subito dopo.

In più ci sono le insidie stagionali. In questo periodo dell’anno è possibile praticare attività sportiva anche la sera.

Ciò comporta anche conseguenti cambiamenti nelle abitudini alimentari: alzi il dito chi non è andato a mangiare la classica pizza dopo una partita di calcetto e poi è andato subito a dormire senza aver favorito la digestione.

Oppure chi è andato a cena presto per poi disputare, con la luce artificiale, una bella partita di tennis. In questo quadro generale è difficile conciliare una dieta dimagrante rigida con una buona attività sportiva, perché l’una o l’altra saranno fatte male.

Spesso, per esigenze estetiche, ci si sottopone a diete che promettono risultati strabilianti e miracolosi. Si ricorre a queste soluzioni soprattutto quando ci si accorge, in prossimità dell’estate e dello spauracchio del costume, con colpevole ritardo.

Dimagrimento errato

Spesso, con un digiuno o una dieta ipocalorica prolungata, si ottengono risultati estetici decisamente sconsigliabili.

Un’eccessiva e repentina perdita di “massa magra” possono conferire il classico aspetto “sciupato”, che nasconde tutte le deficienze del nostro sistema alimentare.

Se si vuole proprio affiancare alla attività fisica una dieta, allora bisogna ricorrere a regimi alimentari non troppo limitativo. E sempre, assolutamente sempre, sotto un attento controllo specialistico.

 

 

mercoledì 14 novembre 2012

Qualità e non sono quantità!

Come nell'allenamento, anche nell'ambito della nutrizione non è sufficiente indicare il quantitativo da assumere di un macronutriente nella dieta ma piuttosto sarebbe opportuno conoscere quali dal punto di vista qualitativo sono i migliori!!

 http://running.competitor.com/2010/09/features/the-10-best-carbohydrate-sources-for-runners_12953

Quanti carboidrati mangiare prima di una maratona?

Non esiste una risposta universale per tutti, inoltre ognuno di noi ha delle caratteristiche fisico-metaboliche diverse specifiche. Però possiamo avvicinarci attraverso i numerosi studi scentifici che sono stati fatti. Questo modello proposto da Benjamin I. Rapoport propone la stima dei carboidrati necessari, espressi in kcal, per garantire il livello ottimale di glicogeno nei muscoli in funzione delle caratteristiche dell'atleta....Provare per credere!!!


http://endurancecalculator.com/

lunedì 12 novembre 2012

Che mi mangio prima della maratona???



Come mangiare nei giorni che precedono la gara?

Dal libro di Enrico Arcelli: Voglio correre "Le ultime indicazioni riguarda l'alimentazione nei giorni precedenti alla gara indicano che la cena del mercoledì abbia un basso contenuto di carboidrati, costituito per esempio da un'antipasto di prosciutto, un brodo e un secondo di carne o pesce, accompagnato il tutto da un piatto di insalata verde; non si mangiano ( solo per oggi) pane, cracker, grissini,......... poca frutta e acqua a volontà.
Dal giovedì al sabato sera si fà una colazione con pane (o fette biscottate) con marmellata o (poco) miele, bevendo caffè o tè o latte parzialmente scremato o yogurt magro. Il pranzo e la cena devono comprendere un primo, un secondo in quantità ridotta, accompagnato da un contorno di patate e carote seguito da frutta ed evntualmente da dessert. Pane e grissini sono ammessi."

Da quanto detto risulta evidente un aumento cospicuo dei carboidrati dal giovedì al sabato sera, anche se dovrebbe essere accompagnato da un moderato quantitativo di proteine, che da ultimi studi assumono un ruolo rilevante. Vorrei ricordare che molti dei migliori maratoneti al mondo non modificano in alcun modo l'alimentazione del periodo pre-gara rispetto ai giorni di allenamento.
L'aspetto più importante sembra essere l'equilibrio ed il mantenimento di una dieta quanto più possibile simile a quella utilizzata nei giorni con corse lunghe lente o nei giorni con esercitazioni a ritmo maratona.

Cosa mangiare immediatamente prima della gara?

Carboidrati a basso indice glicemico;

Da 50' a 60' prima e 30' 40' prima: gelatina  a base di fruttosio e isomaltulosio;

Acqua: 400/600 millilitri nelle 2/3 h che precedono la gara

#Team 11Kappa

Road to 10k---week 10..."Live the life that you love. Love the life that you live"[Cit.]l

 
 
 
 
 



ALLENAMENTO 1

5km di CL

5x100m allunghi con 1' di recupero



ALLENAMENTO 2




2km corsa lenta



4x1000m ritmo gara



2km in corsa lenta



10’ Stretching


ALLENAMENTO 3

E' ora di correre grande Boss. Valencia 10km. Complimenti per la passione e la dedizione!!! Oggi è il grande giorno!!!

domenica 11 novembre 2012

Non si può descrivere la passione. Si può solo vivere [ E. Ferrari]

P.S.-Domani pubblicherò un post sull'alimentazione consigliata dai medici nutrizionisti per il pre-gara.
 
 
"la grandezza non è nascosta da qualche parte, in un posto speciale, in una persona speciale....la grandezza è ovunque ci sia qualcuno che la sta cercando"




ALLENAMENTO 1




10km in CL


10x100m allunghi (70%) 50'' recupero


5’ streching+decompressione lombare


ALLENAMENTO 2

Warm up: 3' CL+
6x80m in allungo con recupero di 40'' di CL sulla stessa distanza
2' rest

4x1000m ritmo maratona 2'30'' recupero


2km cool down+streching

"The Marathon Day".....42195 milioni di volte Grazie!!! ......per aver vissuto, condiviso e "corso" questa avventura insieme! #11kappa keep running

...Siamo Noi#11kappa


domenica 4 novembre 2012

Road to 10k---week 9...."La corsa è un'arte marziale. Chi la corre compie una scelta estetica, non una sportiva" [Cit.]



ALLENAMENTO 1

10' di corsa lenta+

4000 ritmo gara+
4' recupero
4000 ritmo gara
5’ stretching+decompressione lombare



ALLENAMENTO 2




20' corsa lenta



4x1000m 5'' più veloce del tempo della gara 4' recupero



2km in corsa lenta



10’ Stretching


ALLENAMENTO 3

8k ritmo gara

Bisogna cercare l'equilibrio muovendosi, non stando fermi [Bruce Lee]

 
 


ALLENAMENTO 1-Active recovery



10km in CL
 
10x200m allunghi (70%)

5’ streching+decompressione lombare




ALLENAMENTO 2

Warm up: 15' CL+
10x1000 su strada :500m (10'' più veloce del passo maratona)+500m recupero in corsa lenta

1km cool down+streching



ALLENAMENTO 3

Warm up: 10' CL+
4000m 5'' sotto ritmo maratona+1000m recupero ritmo maratona+4000m 5'' sotto ritmo maratona

1km cool down+streching
ALLENAMENTO 4
14km in corsa lenta

La New York City Marathon annulata

La notizia ferale per taluni, giusta per altri (specie forse da chi si è reso conto di persona) che la New York City Marathon è stata annullata, l’abbiamo appresa via “Ansa” esattamente 5 minuti dopo la sua divulgazione venerdì sera attorno alle 22 (le 16 a N.York) e per sicurezza l’abbiamo postata su facebook. In questo caso ci pareva importante avvisare subito chi di norma ci segue sul social network, ora, invece, a bocce ferme ci pare opportuno analizzare la situazione anche se non siamo in loco, è opportuno però prendere le distanze da chi se la prende con tutto e tutti. Certo è assai probabile che il sindaco Bloomberg, abbia per così dire fatto il passo più lungo della gamba dichiarando che la maratona si sarebbe disputata, poi ieri (venerdì 2 novembre in tarda mattinata la dichiarazione congiunta con la responsabile dell’evento Mary Wittemberg) che comunicava la cancellazione della gara. Venendo le immagini che arrivano da Staten Island (luogo di partenza della gara) non ce la sentiamo di buttare la croce addosso a nessuno, certo che migliaia e migliaia di persone che sono giunte negli States per correre nella più importante maratona al mondo, non potranno molto probabilmente fare neppure i turisti, viste le condizioni in cui ci si muove nella megalopoli americana, pare che il New York Road Runners Club confermi l’iscrizione per il prossimo anno, non restituendo le cifre versate ai maratoneti. Che faranno i tour operator? Questo potrebbe essere interessante.
Claudio Caroni titolare del tour operator Born2Run (che nei giorni scorsi ha fatto l’impossibile per portare a New York tutte le persone a cui era stato cancellato il volo), giunto nella metropoli poco dopo l’annuncio ufficiale della cancellazione, fatica a credere a ciò che è successo: «Ero sul pullman che dal JFK airport porta a Manhattan quando ho ricevuto la notizia e non volevo crederci, poi sono arrivate le conferme e ho dovuto prenderne atto. Il pensiero, dopo la grande delusione, è stato quello di studiare qualche attività per rendere il soggiorno a New York il più piacevole possibile. Certo è che una decisione di questo tipo, presa a poche ore dallo start della maratona, ci lascia particolarmente stupiti e delusi, anche e soprattutto per gli sforzi enormi fatti per consentire a tutti quanti di raggiungere New York, nonostante le grandissime difficoltà nei collegamenti aerei e sistemazioni alberghiere. Se fosse successo in Italia sicuramente ci avrebbero deriso e additati come i soliti “faciloni”».



Fulvio Massini, preparatore atletico che nella mattinata ha accompagnato i maratoneti di B2R in una sgambata ha affermato: «Decisione disonesta, si sarebbe potuto decidere prima di sospendere prima la gara senza attendere il venerdì sera. È molto grave per chi ha lavorato un anno intero e se si fosse saputo solo il martedì nessuno sarebbe partito vista la difficoltà dei voli».
Anche un grande campione come Stefano Baldini, arrivato a New York per correre la maratona da semplice runner e per sostenere un progetto benefico: «Sono scivolati sulla realtà... Dovevano saperlo già da martedì che sarebbe stato impossibile gestire un evento così importante, peccato che si siano mosse trentamila persone da tutto il mondo; è un grandissimo danno non solo economico ma anche morale. Noi eravamo qui per correre la maratona. Il dispiacere poi è anche per Run4Emilia, il progetto volto alla raccolta fondi in favore del Comune di Reggiolo».
Linus, simbolo di Radio Deejay, un affezionato della 42K di New York: «L’ho saputo prima dall’Italia e ho dato subito la notizia. È la vittoria dei social network perché alla fine la pressione dell’opinione pubblica ha prevalso. Se hai corso questa maratona sai che è una grande festa, i veri protagonisti non sono quelli che corrono ma quelli che fanno il tifo, e quelli che dovevano tifare non ne avevano voglia, giustamente. Ognuno ha il suo punto di vista personale, dispiace per chi ha perso i soldi inutilmente e ha diritto a lamentarsi. È un evento che muove talmente tanti interessi economici che hanno sperato di sistemare tutto in tempo. In realtà dopo cinque giorni è ancora tutto come prima».
Laura Fogli ha raggiunto il gruppone d’italiani venerdì sera e ha commentato così la notizia: «Sto correndo qui ma non mi sembra ancora vero, conoscendo gli americani e quelli del Road Runners è difficile crederci, poiché hanno sempre lottato per portare avanti tutti gli impegni. Evidentemente le condizioni non c’erano; alcune zone della città sono ancora senza luce e acqua. Hanno fatto delle valutazioni però che potevano essere fatte sin da subito, questo è l’unico rammarico».


giovedì 1 novembre 2012

Corsa e consumi energetici

Conoscere i consumi della corsa è di fondamentale importanza poiché il consumo calorico quotidiano dipende anche da quanto viene bruciato con l'attività fisica; la corsa è sicuramente una delle attività migliori per il dimagrimento proprio perché la sua resa in termini di calorie bruciate/tempo a disposizione è altissima.
Occorre subito dire che i consumi della corsa non dipendono dalla velocità a cui si corre. Questa errata convinzione è motivata dallo scambiare la potenza del gesto atletico (il lavoro nell'unità di tempo) con il lavoro svolto. Un atleta che percorre 20 km in un'ora impiega la metà del tempo rispetto a un atleta che va a 10 km/h (cioè il primo atleta è più potente), ma il lavoro svolto e le calorie bruciate sono le stesse, se i due atleti hanno lo stesso peso.
La formula
Per quanto riguarda la determinazione dei consumi della corsa, esistono ormai risultati consolidati che non è il caso di mettere in discussione per poche e non significative differenze.
Le tabelle classiche più evolute (come quella di McArdle) tengono conto del peso del soggetto, tutto ciò in accordo con i calcoli teorici che danno un'ottimizzazione nella corsa di grandi campioni a 0,9 kcal per kg di peso al km. Si può utilizzare l'approssimazione di Margaria di 1 kcal per ogni kg di peso e per ogni km percorso, cioè il consumo della corsa può essere calcolato facilmente a partire dal peso e dalla distanza percorsa. Se C è il consumo in calorie, P il peso in chilogrammi e d la distanza in chilometri:
C=k*P*d.
Dove k è una costante che varia da individuo a individuo e indica l'efficienza della sua corsa. Varia fra 0,8 e 1,2 (più è alta e meno la corsa è efficiente), ma per un gran numero di soggetti è vicina all'unità, tant'è che si può appunto utilizzare la sopracitata approssimazione di Margaria (k=1) che dà:
C=P*d.
Occorre notare che il k è tanto maggiore quanto minore è il grado di allenamento del soggetto; un principiante ha spesso un k di 1,2.
Il carburante - Ben più interessante è la considerazione sul carburante utilizzato dall'atleta; classicamente si ritiene che l'atleta usi normalmente i carboidrati e che solo a velocità basse intervenga l'uso dei grassi (per esempio nella maratona si stima un 20% di impiego dei grassi). In realtà (ed è sorprendente che la visione classica non ne tenga conto) è stato ormai dimostrato da tempo che anche le proteine vengono utilizzate a fini energetici, quando le scorte di glicogeno sono basse. Il carburante impiegato dipende infatti da:
a) la velocità cui si corre
b) il grado di allenamento
c) la capacità di correre in condizioni di deplezione di glicogeno.
I primi due punti sono perfettamente d'accordo con la teoria classica; il terzo invece ci dice che quanto più l'atleta è abituato a correre con scarse scorte di carboidrati tanto più aumenta la sua capacità di bruciare grassi e proteine. Questo avviene in chi si allena tutti i giorni (atleta A) e spesso deve farlo senza aver recuperato completamente l'allenamento precedente. Chi si allena tre volte alla settimana (atleta B) eseguirà l'allenamento avendo pienamente recuperato e il suo fisico continuerà a utilizzare i carboidrati. Nel caso di un fondo lento di 20 km si può ipotizzare che per l'atleta A la miscela sia 60% carboidrati, 30% grassi e 10% proteine mentre per l'atleta B 80% carboidrati, 15% grassi e al massimo un 5% di proteine. A parte le percentuali, si deve rilevare che la nuova visione spiega come mai atleti di tipo B abbiano di solito scarse capacità di recupero: se le loro scorte di glicogeno non sono al massimo il loro rendimento cala vistosamente, mentre per atleti di tipo A il calo è meno sensibile.
E il cammino?
Ben più complesso esprimere i consumi del cammino. Sicuramente minori rispetto a quelli della corsa (manca la fase di volo), non si può non tenere conto che quando si tende a incrementare la velocità forzandosi a camminare, anziché correre, l'innaturalezza del gesto, renda molto dispendioso il movimento.
Sostanzialmente vale la stessa formula della corsa, ma il k è molto più variabile, sempre inferiore a 1. Può andare da 0,4 a 0,8 a seconda della fatica del gesto; il k minore si ha per la massima velocità cui si riesce a camminare naturalmente. Si deve rilevare che questo dato spiega l'inefficacia del consiglio che i media sono soliti propinare alla popolazione, consiglio secondo il quale basterebbe camminare per 20' al giorno per stare in forma. Un soggetto sovrappeso di 80 kg che passeggi per 1,5 km (20'), godendosi il paesaggio, consuma circa 60 kcal, cioè 15 g di crostata! Se quello è il suo unico esercizio fisico della giornata, come può sperare di dimagrire?
Fattori da considerare
Ovviamente i dati sopraesposti valgono per condizioni normali; si possono elencare diversi fattori che peggiorano o migliorano il consumo. Non sempre è possibile essere precisi nell'indicare il consumo perché può dipendere da come il soggetto gestisce il fattore considerato. In letteratura si trovano dati non sempre concordanti e di non facile determinazione.
  • La corsa in salita aumenta i consumi.
  • La corsa in discesa li diminuisce, ma al crescere della pendenza tale vantaggio è minore perché l'azione frenante per mantenere l'assetto di corsa è comunque da tenere in considerazione.
  • L'elasticità della scarpa diminuisce i consumi fino al 2,5% rispetto a una scarpa completamente scarica.
  • Il peso della scarpa; 100 g di peso in più nelle scarpe equivalgono a circa 500 g di peso in più in vita; anche questo dato è da prendere cum grano salis perché non c'è linearità: oltre un certo peso della scarpa la penalizzazione è evidente.
  • Il tipo di terreno; per esempio, correre sulla sabbia costa il doppio rispetto a correre sull'asfalto.
  • Il vento (resistenza dell'aria); un vento che soffia a 60 km/h incrementa i consumi di circa il 40%, mentre una leggera brezza (15 km/h) incrementa i consumi di solo il 5%. Anche in questo caso non c'è linearità né con la velocità del vento né con il peso del runner. Come per la corsa in discesa/salita, un vento favorevole non riequilibra la situazione, per cui in un 10000 in pista con forte vento si andrà più piano rispetto a correrlo in assenza di vento, a prescindere dal fatto che si corrano frazioni uguali contro o a favore di vento.
  • L'abbigliamento; ovviamente non influenza solo per il peso del corpo (cappelli, accessori come orologi o gioielli ecc.), ma anche per la difficoltà di gestirlo in maniera sincrona con il movimento. Correre con una tuta da camera o da passeggio aumenta nettamente i consumi.
  • La scia; anche in condizioni di assenza di vento, correre in scia diminuisce la resistenza dell'aria. A 2'50"/km si ha un risparmio del 7%; il risparmio che si ha a 4'/km (15 km/h) è ancora sensibile.
  • La fatica; correre affaticati peggiora l'efficienza della corsa, aumentando il k.

1 Novembre 2012: La Corsa dei Santi

Classifica della "Corsa dei Santi"